Le associazioni ambientaliste Greenpeace, Legambiente, Lipu e WWF hanno presentato alla Corte dei Conti una memoria sulla delibera CIPESS relativa alla realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina.
La Corte è chiamata ad un controllo preventivo di legittimità prima della pubblicazione della delibera in Gazzetta Ufficiale: in questa fase non vengono valutati solo gli aspetti economici e finanziari, ma anche quelli giuridici e normativi.
Le contestazioni delle associazioni
Le associazioni hanno evidenziato:
- indeterminazioni progettuali, legate al mancato completamento di test di tenuta e agli approfondimenti sismici;
- questioni di costituzionalità sulla normativa speciale approvata dal Parlamento per sbloccare l’opera;
- vizi istruttori nei pareri della Commissione VIA VAS, ritenuti in contrasto con le direttive comunitarie su Via e Vinca e con il principio di precauzione del Trattato UE;
- contestazioni sui motivi imperativi di interesse pubblico, in particolare sulla presunta funzione militare del Ponte, utilizzata – secondo gli ambientalisti – per eludere il parere comunitario e classificare i costi tra le spese militari;
- criticità sull’assegnazione dell’opera senza gara internazionale, una scelta normativa messa in dubbio anche dall’ANAC.
I dubbi economici
Ampio spazio nella memoria è stato dedicato al rapporto costi-benefici, con critiche alla stima dei flussi di traffico, all’incremento del PIL e del reddito pro-capite considerati “miracolosi” e alla certezza dei costi del progetto, che potrebbe lievitare incidendo negativamente sul bilancio dello Stato.
Tra i fattori di rischio segnalati:
- incertezze progettuali;
- prescrizioni del parere Via ancora da ottemperare;
- dilatazione dei tempi di avvio dei cantieri;
- costi operativi del Ponte;
- processi autorizzativi aggiuntivi, come le captazioni idriche.
L’appello alla Corte dei Conti
Secondo Greenpeace, Legambiente, Lipu e WWF, persistono gravi carenze e violazioni normative</str
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