Intelligenza artificiale: un’opportunità o una minaccia per il lavoro?

Il Quotidiano del Sud
Intelligenza artificiale: un’opportunità o una minaccia per il lavoro?

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Giovanni Barretta, economista e membro del comitato scientifico di JPE ((Journal of Pluralism in Economics), durante un’intervista analizza le opportunità e i rischi dell’Intelligenza Artificiale sul mercato del lavoro e sul futuro della società.


Il 24 giugno scorso si è tenuto il I° Simposio Pontifico di Roma sull’intelligenza artificiale. La sensazione personale è che la maggior parte delle persone pensa all’intelligenza artificiale in termini di preoccupazione per i pericoli piuttosto che di entusiasmo per le opportunità che essa introdurrà nel sistema sociale ed economico. Una delle più forti preoccupazioni riguarda certamente il modo in cui l’intelligenza artificiale cambierà il mercato del lavoro e se essa metterà a rischio o meno l’occupazione. Le chiedo quindi di dirci onestamente come l’Intelligenza artificiale impatterà, secondo Lei, sul mondo del lavoro.

Nel I° Simposio Pontificio di Roma e nel primo numero della rivista scientifica JPE abbiamo avuto modo di approfondire gli impatti e le conseguenze concrete che l’intelligenza artificiale e le sue molteplici applicazioni avranno sul mercato del lavoro e sul rapporto tra lavoro e reddito, che si svilupperà secondo logiche e direttrici del tutto diverse, rispetto a quelle che finora abbiamo conosciuto. Con l’intelligenza artificiale, infatti, cambia profondamente il concetto di lavoro, il modo stesso di organizzarlo, prestarlo e remunerarlo. L’introduzione dell’intelligenza artificiale, infatti, sta già avendo e avrà ancor di più un impatto rilevante nel mondo del lavoro: dalla trasformazione dei ruoli lavorativi, alla riqualificazione della forza lavoro, fino alla creazione di nuovi profili e competenze.

Sul fronte dell’automazione, le potenzialità dell’IA stanno già conducendo alla progressiva eliminazione di compiti ripetitivi e monotoni, con la conseguente riduzione della manodopera, alla sostituzione del lavoro manuale in settori come la produzione, la logistica e l’agricoltura, che vedono il crescente impiego di robot e sistemi automatizzati. A soffrirne di più saranno soprattutto i lavoratori che possiedono competenze di tipo verticale, facilmente replicabili dai sistemi automatizzati; mentre coloro che hanno com
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