Il Quotidiano del Sud
‘Ndrangheta, Luigi Berlingieri nuovo pentito?
Luigi Berlingieri, verso un percorso di collaborazione con la giustizia. La decisione del presunto ’ndranghetista a processo per omicidio
COSENZA – Prima un silenzio durato tutta un’estate. Poi la scelta di revocare l’incarico ai suoi storici difensori di fiducia, gli avvocati Amelia Ferrari e Nicola Rendace, per affidarsi a uno studio legale della capitale.
È l’annuncio fatto ieri – martedì 16 settembre – in aula da Luigi Berlingieri, imputato per l’omicidio del boss di Fuscaldo Luciano Martello, durante l’udienza celebrata in Corte d’Assise d’Appello, a Catanzaro.
LUIGI BERLINGIERI E I PASSI VERSO LA COLLABORAZIONE DI GIUSTIZIA
Un elemento, quest’ultimo, prodromico – come accade di frequente in questi casi – alla volontà di intraprendere un percorso di collaborazione con la giustizia. Ma a spazzare via ogni dubbio c’è anche un’altra circostanza: Berlingieri è in collegamento con l’aula da un sito protetto, segno inequivocabile dell’avvio di un programma di protezione nei suoi confronti.
In altre parole, Berlingieri, alias “Faccia di ghiaccio”, “il Cinese” o “l’Angioletto”, così come viene chiamato e riconosciuto negli ambienti criminali, è un’altra figura di un certo peso che si affaccia nella schiera dei pentiti di ‘ndrangheta cosentini.
CHI È LUIGI BERLINGIERI
Cinquantacinque anni, gravitante nell’orbita del clan degli “zingari” di Cosenza e già detenuto in carcere dove sconta la pena definitiva a trent’anni per il concorso nel duplice omicidio Chiodo-Tucci, consumato a Cosenza, in via Popilia, il 9 novembre 2000, lo scorso luglio assolto dalle accuse nel processo “Reset”.
IL BLITZ TELA DEL RAGNO
Ma è nel 2022, con un blitz partito dall’inchiesta “Tela del Ragno”, che gli viene notificata l’ordinanza di arresto per aver partecipato all’omicidio Martello, avvenuto il 12 luglio 2003 per mano della cosca Serpa-Bruni, nell’ambito della faida con il clan rivale Scofano-Martello-La Rosa.
FACCIA DI GHIACCIO, IL CINESE, L’ANGIOLETTO
A chiamarlo in causa, tradito proprio da uno di quei suoi nomignoli, i pentiti Gennaro Bruni, Daniele Lamanna e Franco Bruzzese. Nelle loro dichiarazioni rese ai magistrati a distanza di un decennio dall’evento delittuoso.
Furono loro, infatti, a indicare “Angioletto” tra i partecipanti, insieme ad altre dodici persone tutte già condannate o detenute, alla fase es
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